Danze Filuzziane

Cenni Storici Nel 1860, al termine di un dominio papale durato più di tre secoli, e soprattutto in seguito alla liberazione dal tanto detestato e sofferto giogo austriaco, l’intera popolazione di Bologna fu pervasa da una rinnovata gioia di vivere. In tutta la città divennero sempre più frequenti le manifestazioni a carattere musicale, teatrale, ecc…; tra queste iniziative raccolse enormi consensi il Ballo Popolare, che trovava la sua massima espressione nelle feste di piazza.A fine secolo quella del ballo era ormai una tradizione fortemente consolidata tanto presso i ricchi quanto presso ai poveri e si ballava dovunque: dai magnifici saloni dei palazzi signorili alle piazze e alle aie di campagna.La svolta si ebbe con la diffusione delle cosiddette “balere” (locali chiusi espressamente dedicati al ballo), i cui primi esemplari comparvero a Bologna già nel 1850.Le balere si diffusero rapidamente in tutta la città, tanto è che a cavallo fra ‘800 e ‘900 ogni borgo cittadino poteva vantare il proprio locale in cui uomini e donne del popolo (il fenomeno della balera infatti era nato e si era sviluppato fra gli strati più bassi della popolazione) si incontravano per ballare.Perchè “Danze Filuzziane”?

I giovani delle famiglie più agiate, spinti dalla voglia di evadere dal proprio mondo e desiderosi di conoscere nuove ragazze, andavano da un quartiere all’altro cercando di entrare ad ogni costo nelle balere, cosa tutt’altro che facile se si pensa che fra i vari quartieri esistevano forti rivalità e che una rigida regola non scritta imponeva a uomini e donne di frequentare esclusivamente il locale del proprio rione di appartenenza; ogni balera rappresentava quindi una sorta di “circolo chiuso”.

Pur di farsi accettare anche dai ballerini più diffidenti, questi intraprendenti giovani tentarono un compromesso: avrebbero ballato tra di loro – maschio con maschio – senza importunare le ragazze.

Questo fece quindi crollare anche le ultime riserve e con l’andare del tempo questi della “Bologna bene” divennero i più assidui frequentatori delle balere rionali; proprio questi continui spostamenti valsero loro l’appellativo di “filuzziani”, ossia di coloro che si spostavano (filavano, appunto) da un borgo all’altro (da cui deriva il modo di dire “fare il filo” come sinonimo di “corteggiare, cercare di conquistare”).

I ballerini filuzziani rispettarono appieno gli accordi presi, ma per raggiungere il loro obiettivo primario (ovvero la conquista) dovevano giocare d’astuzia: dal momento che non potevano nemmeno rivolgere loro la parola, l’unica possibilità che avevano per farsi notare stava nell’inventarsi un modo di ballare che calamitasse in qualche modo gli sguardi delle fanciulle.

I balli in voga in quel momento erano il Valzer, la Mazurca e la Polka (che dai paesi di origine avevano coinvolto e appassionato tutta Europa), ma non possedevano variazioni tali da stuzzicare interessi particolari; fu grazie quindi alla fantasia, l’abilità e alla genialità di due ballerini filuzziani – tali Umberto Bortolotti e Brando – che queste tre danze si arricchirono di passettini, piroette, striscini, scalette, frulloni e molto altro ancora, divenendo cosi gli attuali “Valzer, Mazurca e Polka alla Filuzzi”.

Questo nuovo tipo di ballo così particolare, così frizzante – e soprattutto così diverso – fece breccia nel cuore di tutti i bolognesi, e soprattutto le ragazze ne furono conquistate.

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Nelle immagini i M° Gabusi Davide & Tavalazzi Claudia

Hanno portato questa meravigliosa disciplina in tutto il mondo riscuotendo sempre un enorme successo…
Amore e passione per la tradizione vera, quella che  penetra nel cuore e ci resta per sempre…
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